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Panarea

Il covo del pirata Drauth

Panarea, l'antica Eunymos (che significa "a sinistra" per i marinai che da Lipari navigavano verso la Sicilia), divenuta poi Panarion (la distrutta). Forse anticamente Panarea era una delle più grandi delle Eolie, ma in seguito a cataclismi naturali il vulcano è parzialmente sprofondato, cosicché l'anfiteatro originario interno del cratere è divenuto la costa dove sorgono i tre abitati di Iditella, S. Pietro e Drautto. Quest'ultima località prende il nome dal pirata saraceno Drauth, il quale era solito ormeggiare le sue navi poco più a sud, nella vicina Cala Junco, una delle più belle baie del Mediterraneo; si tratta di una sorta di piscina naturale, chiusa da alte pareti di scogli basaltici, dove il mare vanitoso interpreta i colori di cui è capace, regalandoci tutte le gradazioni cristalline di verde, turchese e blu. Le alte scogliere che circondano l'insenatura non consentono ai naviganti di vedere l'interno della baia e il pirata Drauth poteva pertanto sorprendere improvvisamente le navi di passaggio che dal Nord Italia si dirigevano verso la Sicilia. Quello che resta della parte sprofondata del vulcano originario di Panarea, è ora costituito da una miriade di scogli ed isolette che le fanno da contorno, quasi un "arcipelago nell'arcipelago" da visitare facendo estrema attenzione agli scogli affioranti. Panarea non ha ancora terminato il suo processo di sprofondamento: l'isola si immerge per due centimetri ogni anno; c'è ancora tempo, tuttavia, per visitare questo piccolo paradiso senza auto, dove si riscopre il piacere di camminare alla scoperta di minuscoli vicoli fra le case candide di calce e scorci incantevoli su scogli e isolette che ne fanno da cornice.
 
 
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